Quando ci siamo immersi nelle tenebrose atmosfere di Skelethrone: The Chronicles of Ericona, abbiamo subito percepito un senso di oppressione, quasi palpabile, che pervade ogni angolo del gioco. Questo titolo, frutto del lavoro dello sviluppatore indipendente 70’Strike, fonde sapientemente elementi di metroidvania e soulslike, creando un’esperienza che riesce a essere tanto gratificante quanto spietata. E anche se il viaggio non è stato esente da difetti il nostro giudizio non può che essere positivo. Se volete saperne di più, continuate a leggere la nostra recensione.
Una storia di vendetta e redenzione
La trama di Skelethrone ci ha accompagnato in un’avventura cupa e piena di sorprese, in cui la vendetta e la redenzione si intrecciano in modo indissolubile. Derek Ericona, il protagonista, è un personaggio enigmatico, e anche se all’inizio la confusione è tanta, piano piano la storia si dipanerà. La narrazione si sviluppa attraverso brevi ma incisivi dialoghi e cutscenes che riescono a trasmettere l’essenza di passato oscuro e doloroso.
Uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato è la possibilità di influenzare il corso della storia attraverso le nostre scelte. Non si tratta solo di decidere chi uccidere o risparmiare, ma di compiere scelte morali che possono cambiare radicalmente il destino di Ericona. Questa struttura narrativa ci ha spinti a riflettere attentamente sulle nostre decisioni, sapendo che avrebbero potuto portare a uno dei diversi finali possibili. La rigiocabilità è, di conseguenza, elevata, poiché ogni partita può rivelare nuove sfumature della storia e offrire esiti differenti.
Combattimenti come un’opera d’arte… crudele
Il sistema di combattimento di Skelethrone The Chronicles of Ericona è una delle sue caratteristiche più distintive e coinvolgenti. Ci siamo trovati di fronte a un’ampia varietà di armi, che spaziano dalle classiche spade e archi a strumenti più esotici e letali come fruste, pistole e scettri magici. Ogni arma non è solo un mezzo per infliggere danno, ma un’opportunità per variare il nostro stile di gioco, offrendo diversi approcci ai combattimenti.
Affrontare i nemici richiede più della semplice forza bruta; ogni scontro è un delicato balletto tra attacco, difesa e schivata, dove il tempismo è tutto. I boss, in particolare, rappresentano un vero banco di prova per le nostre abilità, richiedendo strategie ben precise per essere sconfitti. Abbiamo apprezzato la varietà di design dei boss, ognuno dei quali possiede un set unico di abilità e pattern di attacco che ci ha costretti a rimanere sempre vigili. La soddisfazione che deriva dal superare uno di questi colossi non è cosa da poco, soprattutto quando si è costretti a provare e riprovare per trovare la strategia vincente.
Anche un semplice scheletro può crescere
Il nostro Derek evolverà durante il gioco e dopo aver ottenuto le anime dai nemici sconfitti potremo usarle per migliorare uno dei cinque attributi del personaggio. Come in tutti i soulslike che si rispettano, anche qui se dovessimo morire lasceremo le nostre ricchezze nel punto della morte e per recuperarle dovremo tornarci. I punti di respawn presente sono abbastanza distanziati da aggiungere quell’adrenalina che gli amanti del genere conoscono bene. Anche se sarà mitigata dal fatto che se rimaniamo all’interno della stessa area i nemici non ritorneranno in vita, quindi l’esplorazione e il recupero delle anime perdute non dovrebbe essere troppo difficile.
Quelle che potrebbero mettere a repentaglio la vostra sanità mentale saranno invece le sezioni platform. Interessanti e originali, ma sicuramente molto punitive e a volte frustranti. A volte le abbiamo trovate un po’ troppo lunghe, o meglio, non abbiamo trovato dei checkpoint intermedi che ci permettessero di evitare di rifare tutto da capo anche in quelle più complicate. Cadere e morire malamente quando ormai sei in grado di vedere il punto di arrivo della sezione e dover rifare tutto dall’inizio potrebbe farvi lanciare il pad piuttosto lontano!
La sinistra bellezza della desolazione
Il mondo di Ericona è un luogo dove la desolazione si trasforma in bellezza, creando un contrasto affascinante che ci molto colpiti. Il team di 70’Strike ha mostrato una grande abilità nella creazione di ambienti che, pur essendo opprimenti e cupi, non mancano di una certa eleganza gotica. Ogni livello è stato progettato con una cura maniacale per i dettagli, utilizzando una pixel art in 2D che evoca l’atmosfera di un mondo decadente e devastato. Esplorare le rovine avvolte nella nebbia, attraversare antiche città sepolte e inoltrarsi in sotterranei labirintici è un’esperienza visiva che ci ha lasciato più volte a bocca aperta.
La combinazione di tonalità oscure e una tavolozza cromatica ricca di contrasti crea un paesaggio quasi mistico, dove ogni angolo sembra nascondere un segreto o una minaccia. Ci siamo trovati a esplorare con attenzione ogni anfratto, non solo per scoprire tesori nascosti, ma anche per apprezzare i particolari di design molto curati, praticamente onnipresenti. Ogni area del gioco sembra avere una propria storia, e anche cambiando zona la qualità non scende mai.
L’ombra dei difetti
Nonostante le numerose qualità, Skelethrone: The Chronicles of Ericona non è esente da difetti. Durante le nostre sessioni di gioco, ci siamo imbattuti in alcuni bug minori che, pur non compromettendo l’esperienza generale, hanno creato momenti di frustrazione. Dobbiamo anche segnalare la mancanza di alcuni elementi in grado di facilitarci la vita, come i marcatori di mappa e un sistema di tracciamento delle missioni secondarie. Ciò rende a volte rende l’esplorazione più complicata del necessario.
In un gioco che incoraggia la scoperta e l’esplorazione, questi dettagli avrebbero potuto fare la differenza tra un’esperienza piacevole e una talvolta irritante. Inoltre abbiamo anche avuto l’impressione che certi boss potessero essere battuti solamente arrivando ad un certo livello: questo ci ha costretto ad alcuni momenti di farming.
Trofeisticamente parlando: una vendetta piuttosto impegnativa
Conquistare il Platino di questo gioco sarà una bella prova. Infatti dovremo ottenere tutti i finali presenti, quindi ci saranno richieste più run, e poi dovremo dare prova delle nostre abilità di combattimento, ad esempio dovremo fare almeno 200 parry con lo scudo. Tutti i trofei da sbloccare per ottenere il massimo riconoscimento li potrete trovare sul nostro forum.
L'articolo Skelethrone: The Chronicles of Ericona – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.